Perché La Grande Bellezza merita l’Oscar.

Leggendo le recensioni italiane e straniere si nota un notevole contrasto nell’interpretazione del tema del film.

Gli italiani sono convinti che il film narri la “decadenza dei costumi della società italiana”, mentre gli stranieri ci vedono la decadenza e la crisi della società occidentale, non solo romana o italiana.

Il contributo più votato sul Corriere della Sera:

57

Lettore_281073413 Gennaio 2014 | 10.38

“Il modo facile per i nostri registi di avere applausi dagli stranieri,è fare la solita copia di Amarcord o di Roma di Fellini…hanno capito che l’immagine che all’estero vogliono dell’Italia è di un paese corrotto,con le pezze al sedere,rimasto al Piano Marshall.I personaggi devono rigorosamente gesticolare,urlare ad alta voce e avere relazioni clandestine…..Gomorra,Baaria,Cinema Paradiso e adesso anche questo qui,in un modo o nell’altro ricalcano questo clichè….Fa più danni all’immagine del paese un film come questi che 100 interventi di enti italiani a sostegno della nostra industria,agricultura e turismo. Spero che quelli che plaudono a questa notizia se ne rendano conto…..”

Vedi la discussione completa

http://www.corriere.it/spettacoli/14_gennaio_13/golden-globe-all-italia-il-film-la-grande-bellezza-miglior-film-straniero-5bd1467e-7c11-11e3-bc95-3898e25f75f1.shtml

Commento su Facebook:

“Amando  l’Italia mi sono domandato come qualcuno possa volere così male al proprio Paese da realizzare un film che lo sputtana in questo modo. Non ho trovato risposta.”

Risposta:

“Non si tratta di sputtanare , l’Italia e ‘ così … Tu la vedi diversa ?

Altro commento:

E’ l’attore che è bravo, sorride sulle rovine e sulla monnezza, prima o poi la puliranno !!! E si allontana canticchiando !!!

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/13/la-grande-debolezza-della-grande-bellezza/840729/

 (Mah! Nel film non ci sono scene che mostrano “la monnezza”, anzi Roma nel film è straordinariamente pulita e tranquilla, non c’è traccia del caos cittadino, le donne passeggiano sole di notte, sul Tevere passa un “bateau-mouche” e un uomo vi si tuffa da un ponte.
Mi pare un’ottima pubblicità dal punto di visto turistico.)

Altri commenti di italiani:

“Amando  l’Italia mi sono domandato come qualcuno possa volere così male al proprio Paese da realizzare un film che lo sputtana in questo modo. Non ho trovato risposta.”

Risposta:

“Non si tratta di sputtanare , l’Italia e ‘ così … Tu la vedi diversa ?

Ora credo che solo un forte complesso di inferiorità può portare gli italiani a pensare che il film narri la vita dissoluta di B.,  della società romana e italiana. Per fortuna gli stranieri hanno visto oltre e i commenti che si leggono lo dimostrano. Vi hanno visto una decadenza della civiltà occidentale, un malessere universale, la vacuità dell’esistenza umana, la solitudine di un uomo che alla fine va alla ricerca del suo passato perché si rende conto di aver sprecato la sua vita.

La mondanità frivola e superficiale di una certa classe sociale è uguale ovunque, è stata ritratta nei film hollywoodiani in cui personaggi giovani e meno giovani dell’upper-class partecipano a party tutto sesso, droga e rock’n roll,  nelle commedie di Woody Allen che deridono gli pseudo intellettuali di New York.

Evidentemente l’intento di Sorrentino è stato compreso più all’estero che in patria.

“A radiant work on the meaning of life … The Great Beauty is drop-dead gorgeous, a film that is luxuriously, seductively, stunningly cinematic. ”
—Kenneth Turan, The Los Angeles Times

(Un opera radiosa sul significato della vita…)

The Great Beauty is the story of a man, a city, a country and a cinema, though not necessarily in that order … Jep opens up to awe, affirming what all visitors know: we are only passing through, so we had better make the most of our visit.”
—Manohla Dargis, The New York Times

(La Grande Bellezza è la storia di un uomo, di una città, di un paese, di un cinema, non necessariamente in quest’ordine…Jep afferma ciò che ciascuno di noi sa: siamo solo di passaggio su questa terra e dobbiamo trarre il meglio della nostra visita qui)

Like Fellini, but even better … it is a film full of music, dance, Rome’s beauty, light and a sensual tenderness, so that it might have been made by Renoir.”
—David Thomson, The New Republic

“A densely packed, often astonishing cinematic feast that honors Rome in all its splendor and beauty.”
—Jay Weissberg, Variety

(Un film sorprendente che onora Roma in tutto il suo splendore e la sua bellezza)

The Great Beauty, an essay on nostalgia,… It is the year’s grandest, most exhilarating foreign film.”
—Richard and Mary Corliss, TIME Magazine

(La Grande Bellezza è un saggio sulla nostalgia…)

“Soars into that rarified atmosphere where art, entertainment, travelogue and circus all collide in a great, beautiful mash-up of ideas and imagery … truly marvelous.”
—Kirk Honneycut, Honeycutt’s Hollywood

Thrillingly good … Sorrentino offers the most ravishing footage of Rome I’ve ever seen.”
—John Powers, Fresh Air, National Public Radio

(Sorrentino ci offre le più straordinarie riprese di Roma che abbia mai visto)

ù

Scritto Mercoledì 05 marzo 2014 alle 12:41

La grande bellezza

“La grande bellezza” di Paolo Sorrentino ha vinto l’Oscar per il miglior film straniero. Io sono contento. L’ho visto tempo fa su internet, e mi è molto piaciuto. È una storia, come ha detto giustamente un giornalista, che “non è lineare, ma circolare e onirica”. Non è certamente un film di facile intuizione. È un po’ felliniano, per modo di dire. Può piacere o non piacere, essere apprezzato con un Oscar o essere denigrato come hanno fatto i critici di casa nostra. Non dimentichiamo che siamo in un Paese dove le lamentele e i piagnistei sono una costante nazionale. Aveva ragione il lombardo Carlo Emilio Gadda che la definiva “La porca rogna dell’autodenigrazione”. “La grande bellezza” può dire tutto o può dire nulla. Ma può anche lasciare in sospeso, e a me piacciono le storie non definite, appunto sospese, e che perciò fanno riflettere. Purtroppo c’è troppa gente che va alla ricerca di bellezze patinate, coprendo così un vuoto esistenziale, che a lungo andare esce allo scoperto, creando crisi ancor più esistenziali. E pensare che soprattutto noi italiani viviamo in un contesto naturale di bellezze, ma siamo tanto ciechi da non vederle o da sfruttarle per secondi fini. Non amo, neanche in questo caso, fare forzati accostamenti tra il film di Sorrentino e il mondo politico o religioso. La bellezza, comunque, non ha classificazioni e la puoi trovare ovunque, anche perché il genio è universale, e ogni riflesso o lampo di genio ha riverberi su ogni aspetto umano. Cerchiamo di raccogliere ogni flash e proiettarlo soprattutto là dove ci sono buchi neri. È vero che col tempo tanta polvere può sedimentare sul libro della bellezza della vita, ma basterebbe poco: ogni tanto scuotere il libro, o lasciare che il vento scompigli le pagine.
Don Giorgio De Capitani (Cereda, frazione di Perego)

Un commento

  1. gli americani non sono capaci di fare film così, probabilmente non lo hanno nemmeno capito, ma perlomeno sono riusciti a riconoscere che è un film d’autore, non alla loro portata, e lo hanno premiato. Il film parla dell’esistenza umana, crisi dei valori, ricerca del senso della vita. Assurdo vederci solo la crisi o la decadenza italiana, come ho sentito dire da alcuni. La Grande Bellezza invece quella sì è italiana, la bellezza e la magnificenza intramontabile di Roma, quella sì eterna, contrariamente alla caducità delle passioni e delle vicende umane. Spero che vinca l’Oscar.

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