L’ENTUSIASMO ACRITICO E UN PO’ PROVINCIALE DEGLI ITALIANI VERSO TUTTO CIÒ CHE È STRANIERO

 

Il presidente francese Macron difende gli interessi nazionali, nascondendo le responsabilità sulla Libia. Su migranti e Fincantieri sta giocando all’attacco.

La storia dei rapporti industriali e finanziari fra Italia e Francia del resto si ripete e, come spesso accaduto, a senso unico, cioè nel senso del capitalismo come lo insegnano a Parigi. Prima vengono interessi nazionali, poi regole di mercato e competitività. Dalla moda all’alimentare, dalla finanza all’energia, fino alle recenti scorribande di Vincent Bolloré, l’elenco delle conquiste francesi — purtroppo anche in settori di alto interesse strategico — sarebbe lunghissimo.

L’irritazione da parte italiana su diversi fronti è dunque palpabile. È però inutile piangere sul fatto che la musica non cambi nell’era Macron. L’errore, casomai, è stato l’entusiasmo acritico e un po’ provinciale per un giovane leader che prima di essere una grande speranza per l’Europa (e per l’Italia) è una straordinaria risorsa per la Francia. Ancora più fuorviante considerare Macron un modello esportabile o imitabile, come si è orecchiato nei talk show alla ricerca del «Macron italiano». Entusiasmo prima e delusione oggi fanno perdere di vista ragioni di fondo all’origine di rapporti complicati.

Macron non sarà ostile o benevolo a seconda di come si sveglia la mattina. Lo sarà in base alla nostra capacità di «fare sistema», di difendere e contrapporre nostri interessi, di garantire una continuità d’impegni e relazioni che — senza nulla togliere agli sforzi del premier Gentiloni — può essere data soltanto da coesione e stabilità politica sul medio periodo. Macron è abile e determinato, ma è il prodotto di un sistema politico e istituzionale che gli garantisce ampi poteri decisionali e un apparato di competenze e professionalità educato al primato dell’interesse nazionale. Non è, come qualcuno pensa, il dottor Jekyll e non è nemmeno, come qualcuno ha creduto, un socialista mascherato e mansueto (come peraltro non era nemmeno Hollande). È un gaullista vero, «geneticamente» attualizzato.

http://www.corriere.it/opinioni/17_luglio_27/dobbiamo-aprire-occhi-b42a9a56-7239-11e7-9029-c4822e477054.shtml

 

 

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...