LA RABBIA E L’ORGOGLIO –

Considerazioni di Valeria Bosch a margine di alcuni recenti articoli di Patrizia Ciava  e Carmen Garcia Rodriguez

 

Non si è ancora del tutto spenta, tra i seguaci de Il Volo, l’eco dell’indegno trattamento inflitto da parte della stampa italiana alla partecipazione dei tre cantanti all’ultimo Festival di Sanremo, e della palese discrepanza tra tali critiche negative e la straordinaria accoglienza che invece pubblico in sala (con ripetute standing ovation) e pubblico a casa ( con le due punte d’ascolto della serata, entrambe coincidenti con la loro apparizione), stretti in un simbolico, calorosissimo abbraccio, hanno tributato a Gian, Ignazio e Piero, tornati a Sanremo da veri trionfatori a tre anni dalla loro vittoria.

Tale stridente contraddizione ha immediatamente sollevato le proteste e l’indignazione dei tanti fan che dalle pagine dei social seguono quotidianamente Il Volo e che nei loro commenti non hanno mancato di sottolineare l’incongruenza delle accuse lanciate ai ragazzi e hanno dibattuto strenuamente anche contro  i tanti che sui social  si aggirano , facendo dell’ odio e delle invettive volgari il proprio mestiere.

Di particolare rilevanza sono stati gli interventi di Patrizia Ciava, che ha pubblicato sul suo blog “Italia riunita” due articoli, l’uno (“Il Volo a Sanremo: giornalisti, critici ed esperti vs il pubblico”), impostato tutto sul registro sarcastico, un vero capolavoro di arguzia e una delizia da leggere; l’altro, di più ampio respiro (“Il Volo a Sanremo 2018: il tripudio del pubblico fa infuriare la stampa”), nel quale il disprezzo di alcuni giornalisti italiani verso i tre ragazzi viene opportunamente analizzato e distrutto, attribuendolo alla volontà dei massmedia di farsi unici intermediari tra le forme d’arte e il pubblico, che invece ha un proprio gusto e segue canoni che difficilmente l’establishment riesce a imbrigliare. ” Il talento autentico fa paura”, la lapidaria espressione di Patrizia Ciava evidenzia il conformismo di certi giornalisti, che cercano di coprire con il loro disprezzo , senza riuscire a darne ragione, ma ricorrendo a delle asserzioni  prive di reale fondamento, tutte quelle manifestazioni d’arte che per motivi oscuri, o viziati dall’ideologia o mossi da interessi inconfessabili, non rientrano nei parametri da loro stessi ritenuti accettabili per l’arte contemporanea. Per capire tutto ciò, è davvero utile la rassegna dei commenti apparsi sui vari giornali,  poi percorsa dall’autrice, che mette a nudo l’assoluta inconsistenza di quanto detto, giudicato e stigmatizzato da quei signori, senza un briciolo di collegamento della penna con la ragione.

E’ uscito poi “Il Volo en clase”, un altro contributo prezioso, “Il Volo en la era de la posverdad”, di Carmen Garcia Rodriguez, che ora potete leggere anche in italiano (Il Volo nell’era della post-verità) , sempre nel blog “Italia riunita”.  La docente spagnola  dà, con questo lavoro, ampia dimostrazione di come si debba muovere chi vuole parlare di un artista o di un argomento  non affidandosi  a chiacchiere senza fondamento o a biasimi puerili, ma in maniera scientificamente corretta. Nel suo articolo Carmen Garcia prima inquadra l’argomento, contestualizzandolo nel periodo storico, secondo un suo preciso metodo di lavoro che conferisce subito all’insieme un ampio respiro culturale. Siamo nell’epoca della post-verità, dice: viviamo infatti tutti appesi alle notizie da cui siamo bombardati da tutte le parti, radio, Tv, giornali, web, in un martellamento continuo che subiamo nostro malgrado.  E in questa situazione la verità, quella reale, oggettiva, perde d’importanza,ma conta quella “costruita” dai mille massmedia che ci circondano, una post-verità cui LORO vogliono farci credere.

Ed è proprio questa operazione che viene tentata con Il Volo: per motivazioni non chiare, non va giù a certa critica l’immagine di belcanto, armonia, eleganza, che offrono questi ragazzi. E fin dalla loro partecipazione a Sanremo di tre anni fa, è partita l’operazione “propaganda negativa” oppure “silenzio assoluto”, anche quando si tratta di straordinari successi che i tre giovani  inanellano uno dietro l’altro, come la loro trionfale esibizione, assolutamente inusuale per dei cantanti italiani, e così giovani, del maggio scorso all’esclusivo Royal Albert Hall di Londra, per non parlare dei successi a New York, Los Angeles e in tutti i massimi teatri dell’ America Latina. Ma, come si dice, non tutte le ciambelle riescono col buco e, allo stato dei fatti, si può tranquillamente affermare che tale operazione è clamorosamente naufragata: i tre ragazzi hanno dalla loro parte legioni di ammiratori, che apprezzano la loro arte, che non si lasciano fuorviare da alcuna critica negativa, perché sanno ragionare con la loro testa e riconoscere, senza se e senza ma, il loro valore.

A questo punto lo studio della professoressa Garcia viene suffragato da dati statistici inoppugnabili, riferiti all’anno 2017, da lei stessa raccolti dal proprio canale Youtube, , dalla sua pagina Facebook e da due blog. Attraverso l’attenta analisi statistica dei dati, vengono sfatati i luoghi comuni che più spesso si ripetono riguardo Il Volo,  cioè che li ascoltino solo persone anziane, che piacciano solo alle donne, che abbiano successo solo all’estero. Le risultanze statistiche rivelano come sia più nutrita la compagine dei fan under 40; che, pur restando sempre notevole la presenza femminile, nel corso dell’anno sia aumentata significativamente anche quella maschile, specie degli under 40; che l’ Italia rappresenti, tra le varie nazionalità dei seguaci de Il Volo, quella più nutrita, smentendo completamente il ‘topos’ che i ragazzi abbiano solo successo all’estero!

In conclusione, parafrasando l’indimenticabile Oriana Fallaci, possiamo dire di essere passati dalla rabbia all’orgoglio: dalla rabbia nei confronti di chi denigra i ragazzi senza uno straccio di prova o di argomentazione, ma solo per partito preso, all’orgoglio che viene dalla consapevolezza di quanto ci è stato provato, e cioè che Il Volo rappresenta un fenomeno musicale d’eccellenza, tre cantanti dotati di voci straordinarie con un rarissimo senso della melodia e del ritmo, un fenomeno che piace a uomini e donne, a ragazzi e adulti, e che trova consensi in tutto il pianeta, un fenomeno insomma di cui l’ Italia vera, quella non inficiata da particolari ideologie o interessi, non può che considerare come un proprio vanto ed orgoglio.

 

 

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