“Si può augurare la morte a chi la pensa diversamente sul coronavirus? La risposta ovvia sarebbe “no”. Eppure c’è qualcuno che osa farlo, non in privato bensì sui social.”
Per anni ci siamo chiesti come sia stato possibile spingere intere popolazioni ad approvare e persino a compiere crimini aberranti come l’olocausto o le pulizie etniche, come masse di persone apparentemente normali abbiano partecipato ad atroci linciaggi di persone innocenti, come siano potuto esistere le “tricoteuses”, le popolane che durante la rivoluzione francese sferruzzavano a maglia mentre si “godevano lo spettacolo” delle decapitazioni.
Ora lo sappiamo, sta accadendo sotto i nostri occhi. E mette i brividi.
L’incitamento all’odio verso chiunque ponga dubbi sulla narrazione ufficiale della pandemia fino ad augurargli la morte, la giustificazione della violenza verso chiunque critichi le misure prese dal Governo.
La pandemia ha rivelato tratti dell’umanità che avremmo voluto scordare.
I social network servono spesso da veicoli per sfogare rabbia e frustrazione ma mai come adesso si era assistito ad una tale recrudescenza di messaggi raccapriccianti da parte di persone fino a qualche tempo fa insospettabili.
E quando un personaggio pubblico, per quanto ambiguo come Scanzi, legittima l’odio e la violenza la massa si sente giustificata. Probabilmente non aspettava altro per scatenare impulsi repressi. E spesso si tratta delle stesse persone che, inconsapevoli della propria incoerenza, si dichiarano pacifiste, contrarie alla pena di morte e accusano altri di essere “fascistoidi”.
Come la donna che ha pubblicato un post delirante, in cui dichiara di volersi “godere lo spettacolo di vedere morire persone come mosche”. E qual’è la loro colpa? Sono stupratori, assassini, terroristi? No, niente di tutto questo, sono persone che si lamentano e protestano perché hanno perso il lavoro e i sacrifici di una vita. Nessuna empatia, la paura giustifica tutto, chi non si allinea costituisce un pericolo e va eliminato. Senza remore o rimorsi.
La “colonna infame” di manzoniana memoria è purtroppo ancora attuale.
Andrea Scanzi, che con la sua consueta umiltà si è ribattezzato il giornalista “più potente dei social”, lo stesso che, all’inizio della pandemia, la descriveva come una banalissima influenza e apostrofava con appellativi sprezzanti chiunque non la pensasse allo stesso modo, ha condiviso su Facebook il post pieno di odio di una certa Lorena Verucchi, diventato in seguito virale, nel quale si legge:
“Fossi in Conte, adotterei le stesse misure anticovid della Svezia e farei selezione negli ospedali come la Svizzera. Poi, mi preparerei 20 kg di popcorn e 10 casse di birra e mi godrei lo spettacolo di vedervi morire come mosche. Sono parole forti, lo so, ma sentirvi lagnare per ogni cazzo di cosa che vi si dice è alienante. “Dittatura sanitaria”, “Conte come il DVCE” e altre vaccate così (pronunciate, spesso, proprio da fascistoidi) fanno ridere, se non ci fosse da piangere. Avete rotto i coglioni con gli autobus pieni zeppi e, ora che vogliono reintrodurre una d.a.d. più forte ( per ridurre assembramenti dentro le scuole e nei mezzi pubblici) rompete ancora la fava perché” i vostri figli sono in prigione”.
I teatri sono in crisi da 20 anni perché nessuno ci andava (preferivate stare a casa a guardare la D’Urso) e ora che li hanno chiusi, sembrate tutti Dario Fo. Scaricavate film pirata da internet e, per questo, i cinema chiudevano. Ma ora siete tutti Fellini. Comprate di tutto su Amazon, ma ora vi stanno a cuore i negozietti di quartiere e i poveri artigiani.
La verità è che siete ipocriti. Disfattisti. Ignoranti come bestie.
Vi meritate il dj del papeete a capo della vostra mediocrità.
Il virus, dopo le 18, non è più contagioso? La mascherina è dannosa perché ti fa respirare la tua co2 e ti rincoglionisce, vogliono far fallire l’Italia ecc… No, mi dispiace deludervi. La mascherina non c’entra. Eravate rincoglioniti anche prima.
Poi, ovviamente, capisco che essere una partita iva, di questi tempi, sia la cosa peggiore che possa esserci. Ma è una pandemia. Tutto il mondo è in questa situazione. Addirittura molto peggio. Cosa era meglio? Tenere il negozio aperto e avere tutti i clienti morti?
Comunque vi invidio. Vorrei essere anche io come voi e urlare ” non ce n’è coviddi!” e avere sempre la verità in tasca, dall’alto della mia cultura maturata presso l’università della vita.
Ne usciremo migliori. Manco per il cazzo”.
Per ora si tratta “solo” di ferocia verbale. Per ora.
Il seguente brano, tratto dal romanzo “Lo strano Natale del dottor Sossi” di Michele Iannelli, medico psicoterapeuta, specialista in psicologia clinica, illustra bene come agisce il condizionamento di massa:
« L’uomo, pur di sopravvivere, riesce ad adattarsi a qualsiasi situazione e, alla lunga, riesce a trasformare in accettabile anche l’orrore. La tecnica di persuasione, utilizzata su larga scala da televisione, cinema e altri mezzi di comunicazione, è attentamente studiata ed elaborata. Dopo qualche mese di martellamento mediatico, ti ritrovi a considerare normali cose che immaginavi che non avresti mai accettato, cose che mai pensavi sarebbero potute accadere. Entrano nella tua vita quotidiana concetti, forme di ragionamento, mode e parole che vogliono importi. E tu, che ti illudi di essere immune da tutto questo, tu che t’illudi di avere grandi principi morali e un inattaccabile senso di giustizia, ti ritrovi a fare e a pensare automaticamente cose che credevi non ti appartenessero. Ti rendi conto che stai facendo qualcosa contro la tua coscienza; ma ti senti impotente di fronte a una serie di convinzioni che ti trascinano ad aggiungere anche la tua persona a quel patetico gregge. »
La pandemia e la paura del virus hanno fatto emergere nelle persone delle caratteristiche caratteriali tenute fino ad oggi da queste sotto controllo.Costoro sono di solito permeate da un’aura di perbenismo, di pacifismo, di solidarietà, di falsa empatia nei confronti dei più sfortunati, di attenzione per la natura e per l’ecologia del pianeta, e chi più ne ha, più ne metta. Il bello è che tali persone, che in certi casi reputiamo amiche e che conosciamo da molto tempo (e sono tantissime) ritengono di essere nel giusto, perché “buone” (o buoniste)……salvo poi godersi la macellazione mediatica (e non solo) del vicino che è in disaccordo con le loro idee. Tali persone, definite normopatici (coloro che, in nome della “sopravvivenza”, si autoannullano per essere come gli altri, perdendo di vista le caratteristiche più autentiche di se stessi), si fanno forti dell’appartenenza al gruppo che segue il metro stabilito dal potere mediatico, il pensiero unico, e disapprovano tutti coloro che vengono bollati come “untori” per il semplice fatto che protestano perché non sanno come faranno a tirare avanti nei prossimi giorni e settimane, o perché esprimono perplessità nei confronti di determinate misure prese dalla politica, o semplicemente perché cercano di capire……e quindi, tali untori, negazionisti (??), complottisti del virus vanno semplicemente…..eliminate, per la salvaguardia e il bene comune……Danton, Marat e Robespierre erano delle educande a confronto. Quello che mi fa paura è che, a mio parere, passare dalla teoria (criticare coloro che non la pensano come loro) ai fatti (aggressione fisica) è più facile di quel che si possa pensare.
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