Energia, Italia prima al mondo per produzione da fonti rinnovabili.

L’Italia è un modello a livello internazionale di produzione verde e sostenibile da fonti rinnovabili.

In Italia la produzione elettrica rinnovabile è al 43%: una quota di gran lunga superiore a tutti gli altri Paesi paragonabili al nostro per livello di sviluppo e di popolazione. La Germania è al 24%, la Francia al 17%, la Gran Bretagna al 15%.

L’Italia è prima al mondo per l’uso energia solare: ora copre l’8% del fabbisogno.

Un risultato straordinario non solo per l’energia, ma anche per tutta la filiera che sta creando nuove opportunità lavorative e di sviluppo tecnologico.

Fin dagli anni ’80 l’Italia ha avviato un programma di “decarbonizzazione” della propria produzione nazionale energetica, tanto che già nel 1986 producevamo il 29% della nostra energia da fonti alternative a quelle fossili (idroelettrico, nucleare e geotermoelettrico).

Ma dopo il disastro di Cernobyl (1986), in concomitanza con il crollo dei prezzi del petrolio, l’Italia decideva di abbandonare la strada del nucleare, una scelta ribadita di recente con il referendum del 2011 che bocciava il nuovo piano di produzione di energia nucleare a pochi mesi da un altro disastro, quello di Fukushima.

L’abbandono del nucleare ha avuto una conseguenza “drammatica” sul vecchio programma di “decarbonizzazione”: nel 2007 l’Italia produceva l’84,7% della propria energia da fonti fossili e tradizionali.

Negli ultimi anni, però, la situazione è cambiata molto e già dal 2012-2013 l’Italia è tornata agli standard internazionali, superandoli nel 2014 ponendosi come leader di produzione di energia pulita e rinnovabile del mondo. La fonte di energia pulita più significativa resta l’idroelettrico, seguita dal fotovoltaico, poi dall’eolico e infine dal geotermoelettrico.

L’Italia è uno dei Paesi del mondo che consuma più energia elettrica: ne usufruiamo tutti ogni giorno per grandi e piccole comodità di cui non possiamo fare a meno, e nonostante la crescita della produzione di energia da fonti sia tradizionali che rinnovabili, oggi siamo ancora costretti ad acquistare una quota non indifferente (il 14,1%) dall’estero, attraverso l’utilizzo di elettrodotti. 

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