LEZIONE DAL GIAPPONE

 

Qualche tempo fa venne al MIUR una delegazione giapponese per uno scambio di vedute sui rispettivi sistemi di istruzione.

Ad un certo punto il ministro giapponese chiese: “Voi come insegnate il patriottismo a scuola?”

Imbarazzo da parte dei nostri. Il Direttore Generale farfugliò: “attraverso lo studio della storia e della costituzione, noi facciamo capire….”

“No, no” insistette il giapponese “intendo l’amore per la patria, come lo inculcate ai vostri studenti?”

I nostri dovettero ammettere che da noi tale insegnamento non era previsto.

Il ministro giapponese si stupì molto.

“Ma come fate a gestire il paese se non insegnate ai vostri cittadini ad amarlo?”

Nessuno ha mai cercato una risposta a questa domanda.

Anzi, credo di essere stata probabilmente l’unica a capirla.

Negli Stati Uniti l’insegnamento del patriottismo è basato sul pensiero di Mazzini. sempre per citare esempi stranieri. Lui sosteneva che solo chi è stato educato all’amore per il proprio paese può manifestarlo poi per l’umanità e per l’intero pianeta.

Giuseppe Mazzini è quello che più di ogni altro ci ha lasciato una teoria dell’amor di patria che anche i più autorevoli critici del patriottismo oggi riconoscono come una valida visione per la lotta contro le diseguaglianze sociali.  Ha definito il  concetto di patria italiana come ideale di libertà e di giustizia sociale che comanda il rispetto di tutti i popoli e impone di sostenere la lotta degli oppressi contro i padroni del mondo ovunque, chiunque essi siano.

Il patriottismo è anzitutto principio d’amore, di maggior incivilimento, di progresso fraterno con tutti e per tutti, di miglioramento morale, intellettuale, economico per l’universalità dei cittadini… è il principio del bene su quello del male, del diritto comune sull’arbitrio di pochi, della Santa Eguaglianza sul Privilegio e il Dispotismo.       (GIUSEPPE MAZZINI)

In Italia, la sinistra di ispirazione marxista e internazionalista ha sempre considerato il patriottismo alla stregua del nazionalismo e come un retaggio del fascismo; la sinistra di ispirazione cristiana lo ha giudicato un’ideologia che offende l’ideale della pace e della fratellanza dei popoli; la sinistra d’ispirazione illuministica lo ha disprezzato esaltando il cosmopolitismo.

In Italia, dal dopoguerra in poi, ci sono stati solo alcuni sporadici tentativi di riproporre questo sentimento. Carlo Rosselli capì meglio di altri quale tragico errore avevano commesso socialisti e comunisti a rinnegare il sentimento popolare dell’amor di patria.  Alcide De Gasperi rammentava ai cristiani che “il nostro patriottismo non nasce dall’odio, ma dall’amore, cioè dal dovere della solidarietà e della fraternità”. Carlo Azeglio Ciampi con le sue parole seppe fare ritrovare a tanti giovani il vero significato dell’amor di patria.

Scrive il filosofo Maurizio Viroli:

Soltanto chi ha questo amor di patria ha la legittimità morale per governare. Chi non l’ha può, tutt’al più, occupare il governo. A meno che qualcuno mi spieghi come può fare il bene dell’Italia chi non l’ama e ami in primo luogo il proprio tornaconto o il proprio partito (il che è quasi peggio) .

Amare la patria vuol dire volere il bene dell’Italia consapevoli dei suoi vizi storici ma anche delle sue energie morali e intellettuali; volere che sia libera, che non sia dominata da padroni, che difenda i diritti dei cittadini ed esiga il rispetto dei doveri, che sappia premiare chi merita di essere premiato e punito chi merita di essere punito, che sappia essere rispettata dai popoli del mondo perché giusta e generosa.

Insegnamenti di Mazzini all’università di Chicago

 

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