‘I watched Tory MP MURDER a boy during depraved Westminster VIP paedophile party’
(Ho visto un membro del Parlamento uccidere un bambino durante un party depravato per pedofili VIP a Westminster)
Sconvolgente! Membri del Parlamento inglese stupravano, torturavano e uccidevano bambini e ragazzi durante sex parties e orge. Tra loro anche alti dirigenti dei Servizi Segreti e delle amministrazioni pubbliche.
L’inchiesta era partita nel 2012 ma le prime denunce risalgono addirittura al 1990, erano state tutte insabbiate dalla polizia, dalla magistratura e dai media e solo oggi vengono alla luce grazie ad alcuni giornalisti indipendenti.
Scotland Yard sta indagando ed ha trovato rivelazioni agghiaccianti su almeno tre casi. Questa congrega pare si riunisse di solito per violentare in gruppo bambini tra i 10 ed i 12 anni. L’epilogo poi era la morte dei bambini stessi.
Il Sunday Telegraph pubblica alcuni particolari, tra i quali la storia di un deputato conservatore che strangolò un bambino di dodici anni nel bel mezzo di un’orgia alla presenza di altri membri dei Comuni, alla fine di un abuso di gruppo da parte di tutti gli altri presenti.
Un altro bambino di dieci anni, fu “punito” per essersi ribellato e deliberatamente gettato dall’auto in corsa e investito dal suo aguzzino.
In un altro caso, la vittima sarebbe stata soffocata durante un orgia.
Uno dei testimoni, oggi adulto, ha detto di essere stato consegnato dal padre al gruppo di parlamentari che lo hanno violentato a partire dall’età di 11 anni, tra il 1975 e il 1984.
Lo forzavano a bere alcool prima di picchiarlo, poi lo violentavano tenendogli la testa sottacqua in una vasca.
Lui era uno dei 15 o 20 bambini che venivano regolarmente prelevati in auto, spesso con il consenso dei genitori, e portati in appartamenti e hotels dove venivano picchiati e violentati durante festini cui partecipavano numerosi deputati, militari e altre personalità di primo piano.
“Erano persone potenti che hanno controllato la mia vita per 9 anni” ha detto il testimone alla BBC. “Mi incutevano un terrore che penetrava ogni fibra del mio essere, giorno dopo giorno”.
Nulla trapela circa l’identità dei politici coinvolti, alcuni dei quali (pare una decina) sono ancora in attività oggi.
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Nel 2012, oltre 600 sospetti pedofili, tra cui anche medici e insegnanti, sono stati arrestati in Gran Bretagna in seguito ad un’inchiesta durata sei mesi e condotta dalla National Crime Agency. L’inchiesta è stata la più vasta di questo genere mai condotta nel paese e rimasta segreta fino ad oggi.
Quattrocento bambini molestati, un’intera zona infestata da ministri di culto pedofili che i superiori per quarant’anni si limitano a trasferire da una parrocchia all’altra, ostacolando in ogni modo le indagini della polizia. L’ennesimo episodio di pedofilia nella Chiesa Cattolica? Niente affatto: si tratta dello scandalo dei pastori pedofili nella Chiesa Anglicana. La Comunione Anglicana fin dagli anni 1980 è stata devastata da alcuni dei più clamorosi scandali di abusi di minori e di pedofilia dell’intero mondo anglosassone. Nel giorno di venerdì santo del 2002 William Persell, vescovo di Chicago della Chiesa Episcopaliana – la branca statunitense della Comunione Anglicana – dichiarava in un sermone: “Saremmo ingenui e disonesti se dicessimo che quello della pedofilia è un problema della Chiesa Cattolica e non ha nulla a che fare con noi anglicani perché abbiamo preti sposati e donne prete. Non è così”.
Per questo i commenti dell’arcivescovo di Canterbury e responsabile mondiale della Comunione Anglicana, Rowan Williams, che il 3 aprile 2010 ha scatenato un attacco senza precedenti contro la Chiesa Cattolica, unendo la sua voce all’assalto di una lobby internazionale contro Benedetto XVI, sono apparsi a molti specialisti di abusi compiuti da religiosi come un battuta di cattivo gusto. Ma come? Il capo di una comunità dove gli abusi sono iniziati addirittura nel XIX secolo e continuano ampiamente ancora oggi si permette di attaccare il Papa? Non conosce forse la pagina del Vangelo sulla pagliuzza e sulla trave?
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Chi ha vissuto a lungo all’estero, come me, conosce bene il marcio che si cela dietro l’apparente perfezione ed integrità di quei paesi che pretendono di dare lezioni di moralità all’Italia. La parola d’ordine, in particolare nei paesi nordici, è “mostriamo solo il nostro lato migliore e nascondiamo il putridume” mentre in Italia avviene il contrario: “mostriamo solo il nostro lato peggiore e nascondiamo le nostre eccellenze e le nostre qualità” sembra essere il motto collettivo.
Da notare, per quanto riguarda l’indagine in oggetto, che nulla trapela circa l’identità dei politici coinvolti mentre in Italia, chiunque riceva un avviso di garanzia viene immediatamente sottoposto alla gogna mediatica, condannato prima del processo dai media e dal pubblico, rovinato e distrutto senza potersi difendere. Un comportamento dei giornalisti italiani che non è riscontrabile in nessuna altra nazione al mondo. D’altronde, loro danno in pasto al pubblico ciò che il pubblico vuole, e gli italiani amano piangersi addosso e adorano poter parlar male del loro paese e dei loro connazionali
Nessun altro popolo odia e disprezza il proprio paese come gli italiani. Questo sentimento emerge in ogni commento, in ogni articolo di giornale, in ogni programma di denuncia. Ci vorrebbe un bravo psichiatra per capirne le motivazioni profonde.
Ma è chiaro che questo fa gioco agli altri paesi che vedono nell’Italia il capro espiatorio dell’umanità, il bersaglio facile di ogni critica e biasimo: “visto che se lo dicono da soli…”, e così possono dare risalto alle notizie sulla mafia, sulla corruzione in Italia, sul bunga bunga, sulla instabilità politica italiana, mantenendo i loro connazionali all’oscuro di quello che accade veramente in patria dietro le quinte.
Manovra che ovviamente fa presa anche sugli italiani accentuando il loro complesso di inferiorità e rendendoli incapaci di una visione obiettiva, anche quando si recano all’estero. Per capire e valutare una nazione, infatti, non basta andarci per lavoro o per turismo: occorre viverci per un alcuni anni, esplorare aree meno turistiche o conosciute, sperimentare i servizi essenziali e la burocrazia, altrimenti se ne avrà solo una visione parziale o distorta da convinzioni pregresse e pregiudizi.
Purtroppo gli italiani sono inguaribilmente esterofili e le rare voci che, come me, si levano per mettere in luce le numerose virtù ed eccellenze del nostro paese vengono derise, sbeffeggiate o semplicemente ignorate. Gli italiani si infastidiscono quando sentono parlare bene del loro paese, alcuni si arrabbiano addirittura e spesso mi ritrovo ad argomentare con miei connazionali che contestano dati oggettivi se positivi, mentre non hanno difficoltà a fidarsi di quelli che ci penalizzano.
Si potrà mai invertire questa tendenza ed instaurare un processo virtuoso?
Vorrei che gli italiani comprendessero finalmente che l’Italia è uno dei paesi migliori – se non il migliore – al mondo in cui vivere ma che, per qualche oscuro motivo, sono stati indotti dai propri connazionali, ed in particolare dai giornalisti, a vederne solo gli aspetti più deteriori.
“He said that he was first abused by his own father before being handed over to the group who abused him from the age of 11 between 1975 and 1984.
He was forced to drink alcohol before being beaten and raped while his head was held under the water in a bath.
He said he was one of between 15 and 20 children who would be picked up in cars and taken to hotels and apartments where they were physically and sexually abused.
‘They were very powerful people and they controlled my life for the next nine years’, he told the BBC. ‘They created fear that penetrated every part of me, day in, day out.”
Read more: http://www.dailymail.co.uk/news/article-2834647/Detectives-investigating-claims-Westminster-paedophile-ring-uncover-evidence-possible-murder-linked-allegations.html#ixzz3JLug5H21
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