Oggi la mia convinzione, o forse l’illusione, di appartenere ad un mondo libero è definitivamente crollata e questo mi causa una infinita tristezza.
Ho dovuto constatare, alla luce di alcuni sconcertanti episodi della nostra storia recente, che tutte le tecniche di manipolazione di massa descritte da Orwell sono presenti nel nostro tanto decantato mondo civile e democratico.
Il senso di superiorità con cui pretendiamo di dare lezioni di “civiltà” e di “libertà” ai regimi totalitari ancora esistenti è un paradosso e una ipocrisia, perché i loro sistemi repressivi e coercitivi sono puerili e quasi ingenui paragonati a quelli messi in pratica dalle nazioni cosiddette “democratiche”.
L’abile manipolazione delle masse ha raggiunto livelli inimmaginabili e vicini alla perfezione, tuttavia i metodi punitivi riservati a coloro i quali pretendono di confutare alcune opinioni (sottolineo “alcune”) o fatti ufficialmente riconosciuti come “ la Verità”, non si discostano poi molto da quelli usati nell’antichità. Noi crediamo, e lo credevo anch’io, che la condanna di Galileo fosse un evento relegabile tra le aberrazioni di un periodo storico oscuro e irripetibile, ma non è così.
Oggi il “dissidente”, ovvero colui che cerca con onestà intellettuale “la verità”, viene messo alla gogna, non già fisica come un tempo, ma mediatica. La sua vita viene sezionata alla ricerca di infrazioni e colpe, di cui ovviamente nessuno è immune, e che vengono ingigantite all’uopo. I media mettono abilmente in atto una campagna diffamatoria, fino a suscitare repulsione e disgusto nell’opinione pubblica. Gli eventuali sostenitori si ricredono e mutano, apparentemente “liberamente” e volontariamente, il loro giudizio su di lui. D’altronde anche quelli che si rendono conto di ciò che sta accadendo si guardano bene dal prendere le difese di una persona socialmente ripudiata, tacciata di follia, immoralità o sedizione, per timore di essere a propria volta perseguiti.
A questo punto, ormai isolato e screditato, il dissidente potrà facilmente essere condannato, magari per altri reati, e tolto dalla circolazione senza che nessuno alzi una voce in sua difesa. I media dedicheranno un trafiletto al riguardo che i rari lettori liquideranno con un “hanno fatto bene, è quello che si meritava”. Agli occhi del mondo non apparirà come un “eroe” o una “vittima” che ha cercato di ribellarsi all’oppressione di un regime totalitario ma di un abietto delinquente affidato alla giustizia e opportunamente punito.
Ma allora cosa ci fa credere (e cosa mi aveva fatto credere fino ad oggi) di vivere in un regime di libertà di opinione e di espressione?
Il fatto che ce lo ripetono continuamente? Il fatto che Governi, politici e media occidentali condannino con fermezza ogni forma di coercizione messa in pratica dai regimi totalitari? Il fatto che alcuni (alcuni) dissidenti possono esprimere liberamente la loro opinione in pubblico?
Da noi l’informazione circola (apparentemente) liberamente, nessun sito internet viene oscurato, ci reputiamo intelligenti, curiosi, intraprendenti, eppure la massa della gente continua a nutrirsi e ad accettare menzogne spacciate per verità irrefutabili che anche un bambino potrebbe essere in grado di smascherare.
Viviamo in un mondo di illusione costruito ad arte per ingannarci e per impedirci di scoprire i fili che ci fanno muovere come burattini.
Come diceva giustamente Orwell: “Chi controlla il presente controlla il passato”
Ora, in base a ciò che ci racconta la storia, possiamo finalmente comprendere chi controlla il nostro presente. Ma questo non è affatto confortante.
[…] Fine dell’illusione di libertà.. […]
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mi sembra purtroppo un’analisi corretta! Dalle passate dittature che anche in Europa ci sono state (vedi Italia, Spagna, paesi del’Est europeo) abbiamo avuto l’illusione di essere passati alla democrazia, che forse per qualche tempo ci sarà pure stata, per ritrovarsi comunque in una sorta di attuale oligarchia, sempre piu’ controllata da chi detiene il potere: le grandi imprese multinazionali -banche comprese.
Nei libri del sociologo e scrittore Jean Ziegler tutti questi aspetti sono stati descritti da tempo, e gli scenari che Jacques Attali descriveva nel suo libro “Breve storia del futuro” pochi anni fa sono purtroppo oggi già il percorso verso il quale il mondo si è incamminato.
Si fa presto a dire facciamo la rivoluzione ed evitiamo che questo avvenga….! sarebbe davvero possibile farla? .. credo di no. Purtroppo. Giustamente il controllo del presente controlla anche il passato, e quindi oggi le rivoluzioni che in passato hanno caratterizzato dei cambiamenti sono controllate da chi oggi comanda il presente (…come nel caso delle recenti primavere arabe, che non hanno l’aria di migliorare le cose di quei popoli, … che hanno forse creduto di essere stati loro stessi a generarle, quando invece non è cosi)
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