Crisi politica: dall’estero piovono critiche

Mentre dall’estero piovono critiche, in Italia si consuma la solita lotta tra guelfi e ghibellini.

L’Italia si divide su ogni questione e questo la rende debole e incapace di far valere le proprie ragioni anche in ambito internazionale.

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Le reazioni dall’estero:

Il premio Nobel Paul Krugman, un liberal anti-Trump, da persona intelligente e democratica, comprende l’importanza di rispettare la volontà popolare e ha scelto Twitter per esternare il suo sconcerto:

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Traduzione: “E’ veramente orribile: non c’è bisogno di essere populisti per essere inorriditi dal fatto che i partiti che avevano vinto un chiaro mandato elettorale sono stati esclusi perché volevano un ministro dell’economia euroscettico.”

In un altro tweet ha aggiunto:

“La fiducia nella moneta unica batte la democrazia? Davvero? Le istituzioni europee soffrivano già di mancanza di legittimità a causa di carenze democratiche. Questo non farà che peggiorare le cose.”

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The Independent, giornale notoriamente di sinistra, spiega perché “gli amici di sinistra sbagliano ad elogiare Mattarella.”

Il presidente italiano ha gettato l’Italia in una crisi istituzionale di proporzioni gravi.

È deludente, ma non sorprendente che il centro sinistra, compreso il Partito Democratico e il sindacato della Cgil, abbia dato il proprio sostegno acritico a Mattarella, schierandosi implicitamente con la BCE e l’intervento dei mercati. Questo posizionamento avrà gravi conseguenze, in quanto contribuirà ad allargare il divario tra la maggioranza degli italiani disincantati che soffrono sotto anni di austerità e le istituzioni della sinistra storica.

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Sulle pagine di Bloomberg, la prestigiosa rivista di economia statunitense, il giornalista Mody attribusce al Presidente Mattarella la responsabilità di una crisi politica e finanziaria, e scrive:

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA HA INDEBOLITO L’EURO

Bloccare i populisti servirà solo a rafforzarli.

Mattarella e i suoi consiglieri sono intrappolati in una fede europeista che nega ai cittadini italiani di avere voce nella gestione del proprio paese, escludendo compromessi ragionevoli. Nel tentativo di preservare l’ortodossia europea, possono scatenare forze distruttive che non riusciranno a controllare.

Il presidente italiano Sergio Mattarella potrebbe pensare di aver preso una posizione di principio nel porre il veto all’euroscettico Paolo Savona come ministro delle finanze, respingendo un governo guidato dal Movimento cinque stelle e dalla Lega. Ma nel rifiutare la scelta di una coalizione eletta dal popolo, potrebbe aver messo in moto una crisi finanziaria dalla quale sarà difficile riprendersi, e che potrebbe mettere a repentaglio l’intero progetto europeo.

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La rivista di economia politica estera “Commentary magazine” chiama il veto di Mattarella un “colpo di stato silente”

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Yanis Varoufakis, co-fondatore di DiEM25 (Democracy in Europe Movement) ed ex ministro delle finanze della Grecia si affida alle pagine del quotidiano britannico The Guardian per esprimere il suo disappunto:

La difesa dello status quo di Sergio Mattarella ha assicurato il successo delle politiche razziste e populiste

L’Italia dovrebbe andare bene. A differenza della Gran Bretagna, esporta molto più nel resto del mondo di quanto non importi, mentre il suo governo spende meno (esclusi i pagamenti degli interessi) delle tasse che riceve. Eppure l’economia italiana è stagnante, la sua popolazione in stato di rivolta dopo due decenni sprecati.

Se è vero che l’Italia ha un serio bisogno di riforme, coloro che incolpano le inefficienze e la corruzione interne devono spiegare perché l’Italia è cresciuta così velocemente nel dopoguerra fino all’entrata nell’euro. Il suo governo e la sua politica erano più efficienti e virtuosi negli anni ’70 e ’80? Non credo.

La vera ragione per le difficoltà dell’Italia è la sua appartenenza a un’unione monetaria progettata male, l’eurozona, in cui l’economia italiana non riesce a respirare e i consecutivi governi tedeschi rifiutano di riformare.

Mattarella ha scelto di scontrarsi con la maggioranza assoluta dei parlamentrari per un motivo assurdo: la sua disapprovazione del ministro delle finanze designato. Perché? Perché il suddetto gentiluomo, pur essendo pienamente qualificato per il lavoro, e nonostante la sua dichiarazione di attenersi alle regole dell’UE, in passato aveva espresso dubbi sull’architettura della zona euro e auspicato un piano di uscita dell’UE nel caso in cui fosse necessario. Era come se Mattarella avesse dichiarato che la ragionevolezza di un futuro ministro delle finanze costituiva un motivo per la sua esclusione dal posto.

Ciò che colpisce è che non esiste un economista pensante in qualsiasi parte del mondo che non condivida la preoccupazione per l’architettura difettosa dell’eurozona. Nessun prudente ministro delle finanze trascurerebbe di sviluppare un piano per l’uscita dall’euro. In effetti, so bene che il ministero delle finanze tedesco, la Banca centrale europea e tutte le maggiori banche e società abbiano piani per la possibile uscita dalla zona euro dell’Italia, e anche della Germania. Mattarella ci sta dicendo che al ministro delle finanze italiano deve essere impedito di pensare a un piano del genere?

Al di là del suo fallimento morale nell’opporsi alla misantropia su scala industriale della Lega, il presidente ha fatto un grosso errore tattico: è caduto proprio nella trappola di Salvini. La formazione di un altro governo “tecnico”, sotto l’apparato dell’FMI, è un regalo fantastico per il partito di Salvini.

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English version

 

C’è chi si affanna a giustificare persino Gunther Oettinger, pubblicando la presunta “smentita” del giornalista quando invece la sostanza delle sue dichiarazioni non cambia, comunque la si voglia rigirare. In Europa dettano legge i mercati.

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D’altra parte era stato lo stesso Oettinger a ritwittare il tweet del giornalista, segno che non riteneva che la frase si discostasse molto dal suo pensiero.

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L’esterofilia e la sudditanza verso gli altri paesi è un altro male atavico.

Spesso gli stranieri sono chiamati a fare da arbitri nelle nostre questioni interne, un retaggio di quando eravamo sotto il dominio di altre nazioni.

Da allora la mentalità non è cambiata, benché siano passati più di 150 anni.

Gabanelli- eurozona e debito pubblico

Mentre noi perdiamo tempo arrivano le regole capestro che per noi potrebbero essere un cappio.

https://www.youtube.com/watch?v=Zquq1b99_cA

Un commento

  1. E’ per questo che in Italia non c’è mai la certezza della pena e la certezza della norma, fatta la legge trovato l’inganno. Per anni migliaia di studenti di giurisprudenza hanno studiato su testi che dicevano che il PdR non aveva discrezionalità nella nomina dei ministri, che doveva solo verificare che avessero tutti i requisiti, che non fossero pregiudicati e altro ma non poteva rifiutare di nominarli sulla base delle idee politiche. Oggi c’è chi dice che quei testi non sono vangelo, quindi l’art. può essere interpretato diversamente. Un delirio.

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