PRENDIAMO ESEMPIO DAI NORVEGESI

Giovedì 5 giugno 2014: Oggi abbiamo ricevuto la visita di una delegazione norvegese, in Italia per raccogliere informazioni sui nostri sistemi di istruzione e di ricerca.

La delegazione era composta da 16 funzionari governativi. Sedici!

Niente di straordinario dato che, solitamente, ogni primavera si risveglia in molti popoli, specie nordici, uno spiccato interesse per le nostre buone pratiche nazionali e le missioni governative straniere, in visita presso il nostro ministero per acquisire direttamente dalla fonte notizie che potrebbero tranquillamente richiedere via mail o ricavare dal sito, si moltiplicano.

Nel corso dell’incontro abbiamo fatto una breve esposizione delle nostre attività suscitando un notevole interesse da parte dei membri della delegazione, i quali hanno preso diligentemente appunti e, per poterli elaborare in maniera più approfondita, hanno addirittura deciso di trascorrere l’intero week-end a Roma, dimostrando così una dedizione assoluta ed esemplare al lavoro e all’ente da cui dipendono.

Certo, se fossero stati italiani sarebbe sorto il legittimo sospetto che avessero trovato una scusa qualunque per offrirsi una breve vacanza a spese dello stato e, magari, qualche magistrato avrebbe anche iniziato a indagare sentendo puzza di imbroglio.

Ma loro non sono italiani, sono norvegesi, gente seria, onesta, mica come i nostri ben noti fannulloni e opportunisti statali.

Loro non approfitterebbero mai di una missione pagata dal loro ente per regalarsi una trasferta all’estero. Il fatto che erano in numero pari, 8 donne e 8 uomini, e che questi ultimi erano piuttosto avanti negli anni mentre le ragazze erano giovani e carine, è una mera coincidenza, è ovvio.

D’altronde loro possono permetterselo perché hanno capito ciò che gli italiani non hanno ancora compreso e, forse, non comprenderanno mai.

E cioè che costruirsi una immagine positiva e una buona reputazione è il requisito fondamentale per ottenere un lascia passare che possa poi giustificare qualsiasi condotta.

Eppure non è un concetto difficile da afferrare, si tratta di un elementare principio di psicologia, una tattica consigliata, ad esempio, a tutti i neo assunti: “all’inizio mostrati diligente, arriva sempre puntuale, e questa reputazione ti rimarrà cucita addosso anche quando il tuo atteggiamento nel tempo cambierà”.

Gli italiani hanno fatto esattamente il contrario, si sono autodenunciati, autodenigrati, hanno svilito la propria immagine svilendo quella dei loro concittadini, e ora devono faticare il doppio di qualsiasi altro cittadino al mondo per dimostrare di essere seri e affidabili.

Il merito, comunque, va anche ai nostri validi giornalisti che non mancano mai di indagare, denunciare e condannare alla gogna mediatica qualsiasi inadempiente, o nemico politico di turno, volutamente ignorando tutti quelli che invece si dedicano con serietà ai servizi cui sono preposti.

Una brillante operazione di auto-distruttività che fa il gioco di quanti manovrano dietro le quinte per comprare a prezzo di saldi le nostre eccellenze, i nostri cervelli e la nostra dignità.

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