CORONAVIRUS: perché l’Italia ha il più alto numero di contagiati in Europa

 

A chi si chiede ancora perché l’Italia ha il più alto numero di contagiati in Europa basti riflettere sul fatto che sono stati effettuati esami post-mortem per verificare la presenza del coronavirus in persone decedute a causa di patologie non legate al virus.

La prima vittima in Lombardia, la donna di Casalpusterlengo, infatti era morta in casa di infarto ed è stata trovata positiva al test dopo il decesso. La terza vittima era ricoverata in fase terminale nel reparto oncologico ed è morta per arresto cardiaco.

Credo che in nessun altro paese sia venuto in mente di eseguire il test su persone morte di altre patologie. All’estero fanno il tampone solo a chi proviene da aree a rischio, come ora è considerata l’Italia.

Chissà quante persone nel mondo hanno o hanno avuto il virus senza accorgersene, perché i sintomi erano lievi o inesistenti, simili a quelli di una normale influenza. Ecco perché le statistiche sulla mortalità del coronavirus basate sul numero dei contagiati non è attendibile. Probabilmente i contagiati sono il doppio o il triplo di quelli sottoposti al test e trovati positivi, quindi la letalità del virus è di molto inferiore. Per giunta ci sono molti falsi positivi, come il paziente di Sesto risultato prima positivo poi negativo a un secondo test fatto all’ospedale San Raffaele e così chissà quanti altri casi. 

Il test, purtroppo, è un business e la possibilità di speculare è una di quelle preoccupazioni sugli eccessi di atti medici che creano caos a carico del Sistema sanitario nazionale. Un business gestito dalle Regioni difficile da controllare in maniera coordinata a livello nazionale.

Come al solito in Italia prevalgono gli interessi particolari e non si tiene in considerazione il benessere generale della nazione e i danni che può provocare un allarme infondato. Allarme amplificato dai media, pronti a creare il panico pur di vendere qualche copia in più.

I problemi del nostro Paese sono sempre legati alla solita anomalia che ci distingue da tutte le altre nazioni: la mancanza di unità nazionale e di una coscienza civica identitaria.

In un intervista Bertolaso, ex capo della Protezione Civile, sottolinea: “fa danni enormi l’isteria collettiva e l’incapacità di gestire la comunicazione istituzionale e le problematiche che emergono a livello locale senza essere filtrate e valutate nella loro gravità. Il Paese sta subendo un danno enorme come immagine, capacità di gestione della crisi con effetti devastanti sulla nostra economia, sul nostro turismo. Vedo già lo champagne che a fiumi versano gli albergatori e gli operatori turistici degli altri paesi europei e mediterranei”.

 

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