Il rogo nel nuovo medioevo mediatico

L’idea che l’umanità si sia evoluta dai tempi bui della caccia alle streghe è una mera illusione.

Dietro la sottile patina di civiltà, razionalità e progresso, riaffiorano gli stessi meccanismi arcaici: colpevolizzazione, esclusione, punizione pubblica. Il patibolo non è sparito, ha solo cambiato forma. Non c’è più la piazza del villaggio, ma ci sono le home page, i social, i talk show.

È una strega!” urlano i media, e non serve altro. L’opinione pubblica si infiamma, pronta a linciare il personaggio scomodo di turno. Non serve un processo, bastano pochi frame decontestualizzati, titoli urlati, interviste tagliate ad arte. Nessun contraddittorio, nessuna difesa possibile. Solo una sentenza: colpevole. Nemico. Dev’essere esposto, isolato, abbattuto.

Così prende forma la nuova gogna mediatica, spietata nella sua efficienza, alimentata da narrazioni semplificate e direzionate. Il volto dell’accusato viene esibito come trofeo, la sua vita privata frugata, i suoi errori amplificati fino a diventare colpa assoluta. E mentre l’opinione pubblica applaude, indignata e compiaciuta, si consuma l’ennesima esecuzione sociale.

Per ora, i roghi non carbonizzano corpi, ma simboli: auto date alle fiamme, scritte ingiuriose sui muri, fotomontaggi grotteschi che disumanizzano. Per ora.  Perché la violenza simbolica non è mai innocua. Quando diventa normale bruciare un simulacro, incitare una folla, demolire pubblicamente una persona attraverso il sarcasmo virale e l’odio organizzato, il confine tra la metafora e il gesto concreto si fa pericolosamente sottile. La rabbia e la frustrazione, una volta incanalate, si trasformano in azione. La violenza muta forma ma non sostanza.  

La vera evoluzione, dunque, non è dell’etica collettiva, ma degli strumenti della persuasione. La propaganda non ha più bisogno di proclami: basta un algoritmo. Basta un flusso continuo di indignazione “on demand”. E così, mentre ci illudiamo di vivere in una società più giusta e più matura, partecipiamo, a volte senza esserne consapevoli, a un nuovo medioevo mediatico.

Solo che oggi la legna per alimentare il rogo la portiamo noi: clic dopo clic, like dopo like, condivisione dopo condivisione.

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