La teoria delle finestre rotte

Se si rompe il vetro di una finestra in un edificio e non viene riparato, saranno presto rotti tutti gli altri.

Se una comunità presenta segni di deterioramento e questo sembra non interessare nessuno, si genererà criminalità. Se sono tollerati piccoli reati come parcheggio in luogo vietato, superamento del limite di velocità o passare col semaforo rosso, se questi piccoli “difetti” o errori non sono puniti, si svilupperanno “difetti maggiori” e successivamente crimini più gravi.

Se parchi e altri spazi pubblici sono gradualmente danneggiati e nessuno interviene, questi luoghi saranno abbandonati dalla maggior parte delle persone e questi stessi spazi saranno progressivamente occupati solo da persone che vivono ai margini della società.

Studiosi della Stanford University hanno rilevato che l’incuria ed il disordine accrescono molti mali sociali e contribuiscono a far degenerare l’ambiente.

A casa, tanto per fare un esempio, se il capofamiglia lascia degradare progressivamente la sua casa, con mancanza di tinteggiature alle pareti, cattive abitudini di pulizia e proliferazione di sporcizia, utilizzo di parolacce, mancanza di rispetto tra i membri della famiglia, gradualmente cadranno anche la qualità dei rapporti interpersonali tra i membri della famiglia ed inizieranno a crearsi cattivi rapporti con la società in generale. 

Questa teoria delle finestre rotte può essere un’ipotesi valida a comprendere il degrado della società e la mancanza di rispetto per l’altro, per le regole e per le autorità, la degenerazione e  la corruzione  a tutti i livelli. La mancanza di educazione e di formazione alla cultura civica generano un paese con finestre rotte che nessuno sembra disposto a riparare.

La “teoria delle finestre rotte” è stata applicata per la prima volta alla metà degli anni ottanta nella metropolitana di New York City, che era divenuto il punto più pericoloso della città. Si cominciò combattendo le piccole trasgressioni: graffiti che deterioravano il posto, sporcizia, ubriachezza, evasione del pagamento del biglietto, piccoli furti e disturbi della quieta pubblica. I risultati furono sorprendenti, a partire della correzione delle piccole trasgressioni si riuscì a fare della Metro un luogo sicuro.

Successivamente, nel 1994, Rudolph Giuliani, sindaco di New York, basandosi sulla teoria delle finestre rotte e l’esperienza della metropolitana, ha promosso una politica di tolleranza zero. La strategia era quella di creare comunità pulite ed ordinate, non permettendo violazioni alle leggi e agli standard della convivenza sociale e civile. Il risultato pratico è stato un enorme abbattimento di tutti i tassi di criminalità a New York City.

La frase “tolleranza zero” suona come una sorta di soluzione autoritaria e repressiva, ma il concetto principale è più prevenzione e promozione di condizioni sociali di sicurezza. Non è questione di  violenza ai trasgressori, né manifestazione di arroganza da parte della polizia. Infatti, anche in materia di abuso di autorità, dovrebbe valere la tolleranza zero. Non è tolleranza zero nei confronti della persona che commette il reato, ma è tolleranza zero di fronte al reato stesso.

L’idea è  creare delle comunità pulite, ordinate, rispettose della legge e delle regole che sono alla base della convivenza civile.

È bene tornare a leggere questa teoria e diffonderla .

http://www.unitresorrentina.org/foto/24-forum/85-la-teoria-delle-finestre-rotte

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